Qualcosa di inaspettato

Cari non-lettori,

ho tardato a scrivere questi miei pensieri perché, inaspettatamente, qualche evento è successo.

Partiamo dall’inizio: quello che è stato il mio ultimo articolo altro non è che dei pensieri che ho voluto mandare ad una persona: più che pensieri, la mia lettera di addio. La mia idea era quella di mandare quel messaggio e, a malincuore, mettere la parola fine a quel rapporto. La realtà è stata ben diversa però. Da quel messaggio è scaturita l’occasione di un confronto, che in qualche modo ha smosso un po’ le cose e, dopo quasi due anni di attesa, sono riuscito ad avere un incontro ( una colazione al bar ) con quella persona.

In quella occasione, dopo un po’ che conversavamo, ho deciso di dichiararmi. L’idea, era la stessa del messaggio: mettere la parola fine. Così non è stato però: la risposta che ho ricevuto è stata semplicemente “lo sapevo già”. Dopo un po’ di discorsi anche su questo sentimento e, per la prima volta, un confronto onesto sul perché per due anni mi ha “evitato”, per me era finita. Quando ci accingevamo però a salutarci, lei ha rinnovato l’invito al suo compleanno, cosa che per me ormai pareva impossibile. Invero, al suo invito ho risposto: “Quindi sono ancora invitato?”.

Premetto, so che questo che racconto è un po’ diverso da come vi scrivo di solito, abbiate l’accortezza di apprezzare.

Ora voi penserete: giochi a carte scoperte, ormai non ha senso mentire, se non vuole vederti te lo dice no? Sbagliato, perché come in passato, nelle due settimane successive, posso dire che si è vista con il mondo, ma non con me. Il mio pensiero, è che voglia un altro, ma in ogni caso la realtà, come già so, è che non potrò mai essere il suo ragazzo, e prima o poi dovrò chiudere questo rapporto, in un modo o nell’altro.

Filone numero 2: dopo anni di amicizia, dopo anni di uscite, una situazione che ritenevo impossibile si è palesata. Questa però, ve la dedico il mese prossimo, così ho qualcosa da scrivervi – in realtà ho sonno e non voglio scrivere articoli a metà e finirli domani -.

DarkJak77

La cosa giusta

Ciao []
sono ormai due anni che ho il piacere di conoscerti. Dal giorno che abbiamo iniziato a sentirci, ho compreso subito che per saresti diventata una grandissima amica per me. I giorni passati a sentirti, hanno allietato le mie giornate. Sin dai primi mesi però, proprio in virtù di questa amicizia, ho cercato di avere un momento con te, solo io e tu, in maniera tale da conoscerti meglio: ritengo infatti, che le persone quando prese da sole e fuori dal loro contesto, siano genuine. È vero che ci sentivamo quotidianamente, però ero alla ricerca di quel momento.
Premetto, a scanso di equivoci, di aver provato anche con altre persone – avendo successo – ad avere un momento tête-à-tête, per esempio con [] o [].
Con te ho provato in vari modi, dal chiederti aiuto per comprare dei vestiti, dal proporti di guidare la mia macchina fino a quel famoso giro che ti avevo proposto; ultima ma non ultima, la più semplice delle richieste: un caffè. Il destino non era dalla mia parte in questo, devo dire che ce l’ha messa tutta per impedirmi di trascorrere quel momento con te. Vedevo un barlume di speranza quando mi chiedesti di accompagnarti a [], sia per gli scritti che per le prove fisiche, salvo poi succedere quel che è successo ( e sia chiaro, va bene così e son contento del viaggio che hai fatto con [] e di quello che farai con [] e []).
Tralasciando per un attimo la questione, prima di proseguire ci tengo a ricordare due premesse che avevo posto alla base della nostra amicizia:
1) Se faccio qualcosa che ti può dar fastidio o sbaglio qualcosa: Dimmelo;
2) Se hai qualcosa da dirmi, non ti far problemi: Dimmelo.
Ora succede che nel corso di questi due anni, più nello specifico nell’ultimo, io ho notato che le cose tra noi sono cambiate: senza entrare nei dettagli, ci siamo allontanati. Se nelle prime occasioni avevo premura nel chiederti la ragione dei vari allontanamenti, cercando di indagare su quali errori avessi commesso, nelle ultime occasioni ho semplicemente atteso.
Arrivati a questo punto penso ti starai facendo una domanda: perché tutta sta pappardella?
La risposta è semplice: sebbene io tenga tantissimo a te, non posso più accettare tutto questo.
Tu per me sei stata una persona di grande importanza, a cui, come detto, tengo particolarmente, però devo prendere atto che io per te non sono un amico, ma un semplice conoscente. Per quanto mi ci possa sforzare, non posso credere che in due anni, tu non sia riuscita a dedicarmi mezzora della tua vita nemmeno per prenderti un caffè con me, mi dispiace ma non ci riesco. Possibile mai che ogni cosa che proponevo, tutte, dalla prima all’ultima nessuna esclusa, sia sempre successo qualcosa tale da riuscire ad impedirla? Sai qual è la cosa che non mi ha fermato dal continuare a proporre le cose, sebbene andasse sempre male? I tuoi sì; mai una volta che ad una proposta tu abbia detto no. Sempre si, anche se non siamo riusciti a farne una poi.
Per la cronaca, prima di sentirmi dire che “non riesco capire le situazioni”, ho provato a fare delle ipotesi sul perchè sia sempre andata male; tali ipotesi però sono mie e tali rimarranno.

Non hai trovato mezzora per un caffè in due anni, mezzora in due anni.
Vorrei concludere dicendoti una cosa: hai presente quando hai detto “se una cosa non la facciamo adesso non vuol dire che non la faremo mai?”, beh [], il tempo alla fine ha dato ragione a me.

Ci tengo comunque a precisare che ogni mia promessa ed impegno, almeno per quanto mi riguarda, rimane comunque valida.
Buon proseguimento di giornata

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La domanda è la seguente? Farò la cosa giusta?

DarkJak77

Nuovo anno, prime incertezze

Cari non-lettori,

anche questa volta, per un motivo o per un altro, ho deluso le vostre e mie aspettative. Era da tanto che non mancavo di parecchio una scadenza, ma è capitato. Quando passa il tempo, sembra come che preferisca aspettare la scadenza successiva, finendo così in un baratro senza fine.

Tralasciando le inadempienze, mi sento triste, triste come non capitava da molto ormai. Lo stare insieme ad altri, non mi svaga più, lasciandomi quel senso di vuoto che non riesco a colmare.

Com’è possibile, né solitudine né compagnia riesce a lenire questo mio vuoto. Era da tanto ormai, che non lo sentivo così forte.

Temporeggio, aspetto, ma dentro di me noto che sto tagliando i ponti con il mondo, rinchiudendomi come mio solito in me.

Ci ho provato, ho messo tutto me stesso, ma non ci riesco. Le relazioni sociali mi risultano incomprensioni, nonostante gli sforzi che faccio, mi sento trascurato. Noto che le persone piano piano si allontanano da me, come se avessi sbagliato qualcosa, ma non so cosa.

Mi dispiace vedere questo, sentirmi inerme mentre il mondo mi abbandona, e mentre loro lo fanno, io mi allontano.

Cari non-lettori, sento solo una profonda tristezza, nel pensare e nel sapere che sto tornando al punto di partenza, solo.

Non serve scappare, non serve urlare, non serve piangere. Tutto è inutile.

Anche questa volta, come le altre, mi rialzerò.

Cari non-lettori, ci riuscirò.

DarkJak77

Ricadute

Cari non-lettori, oggi sarò molto sintetico.

Non nego di scrivere solo perchè autoimposto ( almeno in questa data ), ma sento di doverlo fare per rispettare la mia scaletta. Noto che quando non seguo ciò che mi impongo, tutto va allo sfacelo.

La mia routine, o meglio la parvenza di regole che ho deciso di rispettare, è la mia ancora di salvezza dal decadimento. Senza di esse, sento di perdermi.

Visto che comunque ci siamo, parliamo un po’. Quest’oggi sono qui al culmine di un periodo non proprio felice, dove con oggi ho deciso di metterci fine.

L’università, sebbene ho finito gli esami, non ho ancora ripreso a scrivere la tesi;

Il lavoro, sebbene ho raggiunto il mio obbiettivo di specializzarmi, sono stato ripreso malamente dal mio capo.

Potrei elencarne molte, ma sarebbero solo ridondanti.

Sento che la vita mi sta sfuggendo di mano, e non deve essere così. Con oggi, devo decisamente riprendere il controllo e portare a termine i miei obbiettivi, sebbene taluni di essi possano essere stupidi o superficiali.

Anni fa parlavo che la felicità va trovata nelle piccole cose, ecco io la felicità la ritrovo nelle piccole task che mi autoimpongo e che mi riportano sulla retta via quando mi smarrisco.

Cari non-lettori, spero che giorni come questi siano gocce in mezzo al mare, combatterò con me stesso affinchè sia così.

DarkJak77

Non è rabbia, è delusione

Cari non-lettori, come state?

Non è una domanda che vi rivolgo spesso, e praticamente mai ho ricevuto una risposta. Per me voi siete come un mare, alla cui riva pervengono le mie bottiglie con dentro messaggi, dove l’unico mittente raggiungo alla fine, è il mare stesso.

So di non essere letto, ed in cuor mio in fondo mi sta bene. Non ho chiuso l’accesso a nessuno, sebbene nessuno ( eccetto voi si intende ) legga realmente questi miei scritti.

Forse, nel profondo, queste pagine non lette potranno arrivare un giorno a qualcuno, che leggendole capirà che da qualche parte, nel mondo, qualcuno stava male.

Tralasciando questo cupo preambolo, oggi vorrei soffermarmi su un qualcosa a me caro e per cui non smetterò mai di soffrire: le aspettative.

Questa storia differisce un po’ dalle altre, perchè in questo caso, l’aspettativa era per un qualcosa di astratto, non dunque un appuntamento mancato od una promessa infranta.

L’aspettativa, cari non-lettori, riguardava un concetto se così si può chiamare, al quale credo molto, ossia la verità.

Non ricordo se già ve l’ho raccontato, ma mesi fa ero stato invitato in veste di accompagnatore ad un viaggio. Ad un mese dalla partenza, dopo aver chiesto ferie ed altro, l’accompagnata ha iniziato a millantare discussioni con una parente a lei molto cara, la quale ci teneva talmente tanto ad accompagnarla da quasi “non rivolgerle più la parola” se non avesse scelto lei come accompagnatrice e non me.

Sebbene l’idea non mi piacesse, ho prospettato l’idea di un possibile viaggio in tre, in modo da accontentare questa beneamata parente. Purtroppo o per fortuna, la beneamata si vergognava di viaggiare con il sottoscritto, e dunque ci si trovò di fronte ad un bivio: o me, o lei.

Sarò onesto, non ho pressato o tirato acqua al mio mulino, ho visto come tirava il vento ( da buon pessimista quale sono ) ed ho semplicemente riferito che se la beneamata ci teneva così tanto, mi sarei tirato indietro, lasciando posto a lei.

La decisione non tardò ad arrivare, infatti dopo nemmeno una settimana ( tre giorni se non sbaglio ), venne scelta lei, con motivazioni abbastanza pittoresche che non sto qui a ripetere. La cosa importante infondo, è che non andavo io.

Per mesi sono stato l’accompagnatore “virtuale” di quel viaggio, ed una persona svegliatasi alla fine mi ha fatto fuori. Ahh la famiglia.

In tutto ciò, sebbene stessi morendo dentro ( no, non l’ho presa bene ), ho evitato di mortificare l’accompagnata, tagliando corte sulle sue giustificazioni sempre più variegate e colorite. Non mi interessava sapere il perchè, mi bastava sapere che non sarei stato su quel volo.

Ma perchè vi dico questo ora? Perchè nonostante questa notizia, non ho agito negativamente o altro, ho continuato ad essere quello che ero sempre.

Ieri, giorno prima della partenza, sarei dovuto andare a prendere un caffè a casa dell’accompagnata, e la stessa circa un’ora prima, decide di confessarmi un qualcosa:

la beneamata, dopo aver scoperto di dover aspettare circa due ore, ha deciso di invitare un’altra persona per intraprendere questa ardua impresa. La persona da invitare, per motivi di cui io non posso venirne a conoscenza, doveva essere donna. Questa persona, amica di entrambi, ha prontamente acconsentito al gravoso compito. Il tutto, non mi è stato riferito per “non farmi arrabbiare”.

Analizziamo ora la questione:

  1. Per un periodo variabile da un mese ad una settimana, il gruppo di persone con cui esco era a conoscenza di questa cosa, e non mi è stata detta fino al giorno prima della partenza. E’ giusto che nessuno mi abbia detto nulla, perchè non erano loro che avrebbero dovuto dirmelo, ma l’accompagnata;
  2. Sull’obbligatorietà dell’accompagnatrice donna, è lecito porre almeno un quesito: ma la beneamata è a conoscenza della possibilità per le persone di dormire in camere separate?
  3. Con l’accompagnata, sin da quando ci siamo conosciuto, ho impostato la nostra conoscenza su un caposaldo, che fino a ieri consideravo vigente: se hai qualcosa da dirmi, qualunque essa sia, fallo. Io l’ho sempre fatto, e per me anche lei lo faceva. La cosa effettivamente non era così.
  4. Il tempismo: mi viene raccontato tutto ciò solo il giorno prima, perchè dire “stronzo non volevo che tu lo scoprissi da instagram” era meno raffinato.

Ultima considerazione: potevo arrabbiarmi, financo ad imbestialirmi quando, dopo che per mesi mi viene detto di essere accompagnatore all’ultimo vengo spodestato senza se e senza ma, ma non ho fatto nulla. Adesso, per una stronzata come questa, mi viene tirata in ballo la stronzata del “avevo paura che ti arrabbiassi e non te l’ho detto”.

Dal profondo del cuore, se non anche della mia anima, posso dire con estrema lucidità e chiarezza:

“Non sono arrabbiato, sono solo deluso”.

DarkJak77

Quella maledetta mente

Odio la mia mente, odio il fatto che pensi senza freni, che costruisca castelli di dubbi e che tutto questo mi angosci.

Per mesi ho anestetizzato la mia mente, dandogli in pasto illusioni, speranze, progetti, col solo intento di fermare quel suo malsano modo di vedere il mondo.

La storia è ciclica, si ripete. Anche sta volta, il mio unico desiderio, il mio unico obbiettivo era solo uno:

“Non farmi pensare”.

Odio la mia mente, so di cosa è capace. Odio l’analisi postuma di eventi, di comportamenti, di discrepanze. Odio la minuziosità del ricordo, delle risposte, delle scuse.

Odio sentirla parlare, mettendo in dubbio tutto quello che fino a questo momento ho vissuto. Quel suo modo di reinterpretare la realtà alla luce magari di nuovi dati, di nuove conoscenze.

Una volta che inizia a pensare, tutte le gioie e le illusioni che le sono state date in pasto diventano tormenti e frustrazioni, le incertezze diventano capi saldi delle sue teorie.

Io odio la mia mente, odio quello che può fare, e che puntualmente fa.

Tralasciando un attimo l’odio che provo verso un mio modo di essere, sto notando come il mondo si stia allontanando da me. Quel “traguardo” che pensavo di aver raggiunto, si sta sgretolando sotto i miei piedi, senza la possibilità da parte mia di porvi alcun rimedio.

Ho provato ad indagare su quali colpe potrei avere, se effettivamente ho sbagliato qualcosa, in modo da non replicare in futuro tutto ciò. Ad oggi, la mente che tanto odio non ha elaborato alcuna risposta, forse nel giro di qualche settimana avrà pronta una teoria talmente avvincente da risultare vera.

La solitudine, da cui tanto ho provato a fuggire, è dietro l’angolo. E più lei avanza più sento in me la voglia di scappare.

Ma dove? C’è realmente un posto o un luogo nel quale andare?

No. il problema non è il luogo, non è il posto. Il problema, come sempre, sono io.

E cosa fare in questi casi? Nulla.

Continuerò a guardare il mondo sgretolarsi innanzi a me, con la compagnia della mia fidata mente, che, una volta avvelenatomi, mi consola.

Forse, arriverà un giorno in cui potrò finalmente dire di aver trovare persone in gamba, persone fidate.

Sicuramente quel giorno non è oggi, mia cara mente.

DarkJak77

Tristezza, solo tanta tristezza

Cari non-lettori,

sebbene io sapessi sin dall’origine a cosa stavo andando incontro, e a quanta sofferenza avrei dovuto provare, per l’ennesima volta ci ho voluto credere.

Se le altre volte ho creduto in qualcosa che in astratto poteva accadere, questa volta ho fatto un salto nel vuoto.

Ora voi penserete: eccolo che si è dichiarato ed è andata male. Invece no: è andata male anche senza che facessi nulla.

Avete presente quando notate che nel mondo che vi circonda, le cose iniziano ad essere diverse e non sapete il perché? Quei dettagli, quelle accortezze, quel tutto che piano piano si sgretola davanti ai tuoi occhi, e tu non sai il perché.

Ecco, sebbene io sapessi di non aver alcuna speranza o possibilità, quello status Quo ancora mi confortava, mi faceva stare bene, mi faceva sentire considerato.

Piano piano, certe attenzioni, sono andate via via scemando, sempre più di più. Io ogni volta mi domandavo se fosse colpa mia, magari una parola di troppo, un gesto sbagliato, un fraintendimento, qualcosa così. Mi davo la colpa di aver rovinato qualcosa a mio avviso di così bello con le mie mani.

Ogni volta che chiedevo, ogni volta che cercavo una rassicurazione, mi veniva data. Non era colpa mia, magari era un momento, un avvenimento esterno, ma non ero io.

Ma le cose peggioravano, velatamente ma peggioravano. Io, stanco di chiedere pensai: aspetto, tanto dobbiamo fare un viaggio insieme ( in teoria ), nel peggiore dei casi parliamo li e mettiamo la parola fine.

Oggi esco, e scopro che ha paura di essere incinta.

Il mio mondo, il mio castello di carte che da solo mi sono costruito, oggi è caduto.

DarkJak77

Le scelte difficili da accettare

Tralasciando per un attimo il fatto di aver saltato il mese scorso, non mi ritengo molto soddisfatto dell’ultimo articolo scritto, quindi cercherò di rimediare con questo.

Mi sono innamorato, ma della persona sbagliata. O meglio, per come ritengo io, la persona giusta ma al momento sbagliato.

Quando l’ho conosciuta era fidanzata da anni, incastrata ai miei occhi in una relazione fallimentare, trainata solo dal tentativo maldestro di scansare la solitudine. Vedevo una ragazza, una donna, tendenzialmente sola.

Io timido più che mai come sempre accade nella mia vita, mi tenni diciamo alla larga, per me era un nuovo gruppo di amici, la mia possibilità di riscatto da tante amicizie naufragate.

Mi cercò, e da quando accadde, non ci fermammo mai. Un anno e mezzo di messaggi, dove all’inizio cercavo in tutti i modi di non farli smettere. Scrivevo cazzate, raccontavo scorci della mia vita, facevo il possibile e l’impossibile per far si che questa lunga conversazione non finisse.

Lei mi raccontava della sua relazione, di come lui non prestasse attenzione, mancasse di starle accanto come dovrebbe, mettendo in luce aspetti di una relazione come già detto, morta ai miei occhi. Però durava.

Passarono i mesi, e io sentivo dentro di me qualcosa cambiare. Riprovai un sentimento, ormai da tempo dimenticato.

Uscire con il gruppo di amici ormai non mi importava più, il mio unico desiderio era passare del tempo con lei, anche a costo di condividerlo con altri. Uscite di gruppo si trasformavano in momenti in cui potevo conoscerla, vederla sorridere, scherzare.

Come ormai il animo è abituato, dietro ogni luce si nasconde un’ombra assai più grande. La felicità del vederla veniva sovrastata dalla tristezza dell’abbandonarla, la spensieratezza delle chiacchierate veniva infranta da quei baci, quelle carezze, quei gesti, che lui poteva fare, al posto mio.

Più passava il tempo più mi rendevo conto che ormai per me non eri più un’amica, eri qualcosa di più. Con te ho fantasticato su un futuro insieme, viaggi, figli, matrimoni, tutte cose che nel profondo ormai davo per impossibili, tutte cose alle quali con le mie scelte di vita avevo rinunciato. E poi ho incontrato te.

Più questo sentimento cresceva, più io mi avvelenavo. Iniziavo a pretendere attenzioni che non mi erano dovuto, bensì solo concesse. I pensieri cominciarono a tormentarmi, i dubbi, le paure, le incertezze. Saresti potuta essere una splendida amica, la migliore che io abbia mai avuto, ma ho voluto di più.

Alcuni tuoi atteggiamenti, magari per te innocenti, ai miei occhi parevano segni, gesti compiuti con un fine più grande.

E poi sei andata a convivere. E’ successo poco dopo l’aver iniziato a capire i miei sentimenti, e già da li qualcosa è cambiato. Alcune abitudini che credevo create, si sono sgretolate come rocce di una montagna. Tutte le notti mi scrivevi, mi auguravi la buonanotte. Ormai ti scrivo solo io.

Ho provato a vederti da sola, cercando di avere un momento che potevamo chiamare nostro, che io potevo chiamare nostro, un momento da custodire gelosamente. Più di un anno e mezzo di tentativi, ho provato di tutto, dall’invitarti a casa per vedere i cani, nella mia città per guidare la mia macchina, dal fare una colazione al bar insieme, dal prenderci un caffè di pomeriggio, dal farci un giro in moto e fino al farci un giro insieme da qualche parte.

Io credo nelle vite impegnate, credo nei problemi e nella sfortuna, ma che in un anno e mezzo non si riesca a vedere una persona da sola no: non ci credo.

Questo sicuramente è stato di aiuto, per capire quello che sapevo e non volevo accettare.

Ad onor del vero, qualche volta ci siamo visti, a sempre per fare qualcosa che a te serviva, come correre o studiare, mai perchè avessi voglia di passare un momento insieme.

Quella volta poi che ho ricevuto come messaggio un link di facebook, post nel quale la frase iniziava con “mi piaci”: io sono morto. Ero incredulo, possibile mai che lei provi gli stessi sentimenti miei ma abbia solo paura di esternarli? Per fortuna esitai: poco dopo ridendo mi scrivessi che avevi sbagliato post.

Quello che sicuramente non tollero e che più mi avvelena, è la tua mancanza di rifiuti: il giro in moto non volevi farlo per il casco, non dirmi di si, dimmi di no. Il giro insieme, dove dovevi trovare un pomeriggio libero, non l’abbiamo mai fatto, perchè dirmi che ci tieni a farlo e poi manchi di interesse e completamente te ne scordi? L’ultima volta che abbiamo discusso, mi dissi che una mattina che eravamo liberi, andavamo a prenderci un caffè insieme, possibile mai che stia ancora aspettando?

Poi so che i lunedì non lavori, mi faccio mettere di mattina per poter passare del tempo insieme, e ovviamente senza la scorta non ti si può vedere. Ti dico che visto che pare tutto inutile ritorno a lavorare di sere. Tu che fai? Mi rispondi fredda con un fai come vuoi io non obbligo nessuno, dicendo poi che tanto se usciamo anche con altri alla fine parliamo sempre noi due.

Una cosa ho capito in quest’anno e mezzo, ed ho capito di amarti. Ho capito di tenere a te più di ogni altra cosa al mondo. Ho capito che per te avrei stravolto la mia vita, i miei progetti, i miei piani, tutto per te. Ho capito che per te avrei scombussolato tutto.

In realtà ho capito un’altra cosa in quest’anno e mezzo, ed ho capito che tu lo ami, e che lui ama te. Per quanto inizialmente ai miei occhi potevate sembrare alieni, ho capito che l’alieno ero io. Le attenzioni che lui ti da, come cerca il tuo sguardo, come tu lo guardi, ho capito che tutto quello che pensavo potessi provare per me, non lo provi. Se in tutti questi anni non vi siete lasciati, il motivo è semplice, vi amate. A modo vostro sicuramente, ma vi amate.

In fondo, è un mio problema, lo è sempre stato. Dovevo capire una cosa chiara a tutti, tranne che a me.

Come si fa a superare questo? Come posso guardarti negli occhi e sorriderti quando dentro sto morendo? Come posso riuscire a non voltarmi quando vi vedo baciarvi o darvi carezze? Come posso estirparmi questo amore che provo e che non può essere ricambiato?

Non posso averti, non voglio perderti.

Non posso avere tutto.

Il mio unico rimpianto, rimarrà quel momento che non abbiamo mai passato insieme, e che mai passeremo, quel ricordo che non abbiamo mai creato al quale mi sarei aggrappato e col quale ti avrei allontanato.

Come finirà tutto questo?

Finirà con me, che capirò di non poter essere geloso della ragazza di un’altra persona, di non potermi arrabbiare se lei non mi da le attenzioni che io ritengo di meritare ma che non mi sono dovute, che capirò che i miei pensieri malsani non sono giustificabili in alcun modo, e che non devo addossare ad altri le colpe che non hanno.

Qui la colpa, è solo mia. Colpevole di essermi innamorato della ragazza sbagliata.

DarkJak77

La lettera che non verrà mai letta

Cara Fringilla ( anche se preferisco chiamarti Signorina ),

dopo mesi di pensieri ho deciso di scriverti questa lettera, in quanto ormai la situazione è insostenibile.

Tu mi piaci.

Queste parole non riescono a descrivere il mio sentimento nei tuoi confronti, poiché tu sei riuscita in un qualcosa in cui ormai non credevo più.

Da quando ti ho conosciuta, ho sentito in te qualcosa che mi ha illuminato, una luce in un mare di oscurità. Averti conosciuta ha cambiato drasticamente la mia vita, scombussolando gli equilibri e minando le mie certezze. Sei riuscita a farmi pensare ad altro oltre che a me stesso, ad altro oltre che la carriera e i traguardi. Tu mi hai fatto pensare ad un noi, ad immaginare un futuro insieme. Sei riuscita a farmi mettere il dubbio sul matrimonio o sui figli, perché per te io queste cose le farei.

Nonostante so che tu stia con un’altro questo non mi ha impedito di provare queste emozioni, e per lungo tempo ho deciso di soffocarle seguendo la ragione.

Più ti conosco e più ti sto vicino e più penso: lei è quella giusta.

Hai aperto il mio cuore, mi hai fatto comprendere cosa voglia dire amare.

Non so se tu provi le stesse cose per me, onestamente non importa. Come ho detto ho provato a soffocare queste emozioni, ma non riesco più. L’unica paura che ho avuto per dirtele è solo una: perderti.

Fringilla, vorrei passare la mia vita con te, cercare insieme di crescere e di migliorarci, raggiungendo i nostri obbiettivi e vivendo queste soddisfazioni insieme.

Per sempre tuo

DarkJak77

Tanta tristezza

È strano come nei giorni più felici, sia più presente quel senso di vuoto. Quella sensazione di mancanza, quel male che ti attanaglia paradossalmente quando gli altri sono felici. E non che voglio che la gente stia male, solo che vorrei un po’ di quella felicità per me.

La società vuole che tu abbia una persona, a stessa società che ti sbatte in faccia le relazioni altrui.

Ripeto: non voglio che gli altri siano tristi e soli.

La mia domanda è semplice: perché qualsiasi persona conosco, o è fidanzata da X anni, o convive o ha un figlio?

È in quelle situazioni, in cui il mondo è felice e tu staresti bene con te stesso, che arrivano i problemi.

Perché non mi merito di conoscere una persona “idonea”? Non chiedo l’amore della vita e nemmeno una botta e via. Chiedo semplicemente di conoscere qualcuno.

E ovviamente la colpa per cui non conosco nessuno di chi è? Mia.

Avevo ciò che chiedo, e l’ho allontanato per egoismo, questo è quello che mi merito.

DarkJak77